Relazione sulle api artificiali


Parallelamente alle lezioni di “Storia delle cose”, dalle quali la classe ha appreso il metodo di analisi delle cose, ognuno si è concentrato su un argomento specifico. 
Il tema erano le cose artificiali, ed ogni persona ha realizzato un blog relativo alla propria cosa.
Per quanto mi riguarda, il soggetto che ho scelto ed analizzato sono le api artificiali.
Essendo esse ancora prototipi, la maggior parte delle informazioni che ho ricavato, derivano da articoli di riviste scientifiche, tecnologiche o di robotica.


Il calo della popolazione mondiale delle api è un problema che riguarda l'intero ecosistema: meno api significa anche meno possibilità per l'impollinamento dei fiori. 
 Le statistiche e le informazioni al riguardo hanno raggiunto livelli allarmanti. In Italia, secondo le stime riferite al 2007 dell’Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat), il numero degli insetti si è dimezzato nell’arco di un anno. Una cifra spaventosa dai risvolti gravi, a livello economico ed ambientale.
Per cercare di risolvere questo problema si è pensato ad un’ape artificiale.
L'ape artificiale è un'ape robotica creata da diversi ricercatori con lo scopo di occuparsi dell'impollinazione, qualora sia necessario.

I principali prototipi realizzati sono due.
Da un lato il progetto dei ricercatori dell'università di Harvard e della Northeaster University, che consiste nella creazione di api robotiche per l'impollinazione dei fiori.
Secondo l’articolo “L'ape artificiale impollinerà i fiori” di Zeus News
“Le ricerche sono cominciate nel 2009 con l'obiettivo di riprodurre non soltanto il comportamento di un singolo insetto, ma quello di un intero sciame, comprese le interazioni tra migliaia di api. Tale progetto, che ha preso il nome di Micro Air Vehicles Project, si basa sulla progettazione di robot in miniatura alimentati da sorgenti di energia compatte e sulla miniaturizzazione dei computer e dei sensori necessari, oltre ovviamente agli algoritmi che devono gestire moltissime macchine indipendenti.”
Un'alternativa a questo progetto, ma con lo stesso obiettivo, è il gel inventato dal chimico Eijiro Miyako. Questo speciale gel si potrebbe utilizzare in campo robotico per costruire piccoli robot impollinatori. Per quanto brillante, questa intuizione sarebbe troppo costosa, ma il tutto è analizzato meglio nell'articolo di Quotidiano.net:
“Semplificando il concetto, la capacità del gel di condurre elettricità imita quel che accade già in natura. Api e bombi tendono ad avere una carica positiva, mentre i fiori e il loro polline sono portatori di carica negativa. L'attrazione che ne deriva garantisce quindi l'aggancio del 'bagaglio', nonché un trasporto sicuro durante il viaggio.”

Dal punto di vista anatomico l'ape artificiale è un prototipo di ape robotica, la quale si trova a metà strada tra un drone ed un robot. L'ape robot svolazza e si destreggia tra gli ostacoli in totale autonomia, comandata da un programma informatico che permette di impostarlo e funge da cervello per l'analisi dei dati. 
Una normale ape ha forma tonda. Per quanto riguarda invece un'ape artificiale, ci sono diversi prototipi di essa. Il modello più famoso è dato da un parallelepipedo a cui sono collegate due ali artificiali.
Altri tipi di api artificiali sono dati da veri e propri piccoli robot di forma non definita.
Per quanto riguarda le funzioni invece, grazie alle telecamere ed i sensori nelle sfere rosa e blu, il robot crea una mappa 3D dell'area e individua gli obiettivi uno ad uno. La fecondazione avviene grazie ad un tampone che trattiene il polline e lo deposita solo a destinazione raggiunta. 
A differenza di un'ape normale, quella artificiale non produce miele, ma è in grado di impollinare i fiori utilizzando uno speciale tampone per raccogliere il polline e, quindi, distribuirlo laddove sia necessario. 

Le informazioni ricavate su questo tema sono state trovate principalmente in articoli di riviste dedicate all'apicoltura o al miele, per quanto riguarda un tentativo di risolvere il declino degli insetti impollinatori, ed in articoli di riviste dedicate all'informatica o la robotica, per quanto riguarda l'aspetto più tecnologico della struttura delle api artificiali.
Oltre alle riviste di settore, citazioni delle api artificiali, pur essendo solo prototipi, sono presenti anche nel cinema e nella narrativa.
Nonostante in questi ambiti la funzione venga romanzata, il concetto di ape artificiale come ape del futuro già esiste nell’immaginario collettivo.
Per quanto riguarda la letteratura narrativa, vengono citate nel libro "La bussola d'oro" di Phil Pullman in quanto insetti-spia.
La forma è molto simile a quella di reali insetti. Celebre è il passo in cui Marisa Coulter viene punta aprendo il contenitore in cui l'ape era rinchiusa, pensando erroneamente che contenesse la bussola d'oro.
Nel cinema invece, famoso soprattutto recentemente è l'episodio "Odio universale" della serie tv Black Mirror, nel quale si indaga sulla morte di una giornalista, che si rivela essere stata uccisa da api droni.
Questi insetti droni automatizzati (IDA), vengono utilizzati per sostenere la popolazione delle api e contrastarne l'estinzione. Lo scopo di base si rivela quindi essere molto simile alla realtà.

Per quanto concerne la realtà, non esistono ancora vere e proprie industrie di api artificiali, perchè si tratta di prototipi.
Gli ingegneri del Politecnico di Varsavia però, ne hanno già realizzato un vero e proprio esemplare:
'Ape su rotelle', simile al progetto nuovo, che svolge le stesse identiche funzioni, ma opera solo via terra. Negli Stati Uniti invece, gli scienziati di Harvard hanno creato RoboBee, un mini robot simile a una zanzara con l'ambizione di assistere e sostituire l'uomo in lavori che vanno dall’impollinazione artificiale alla ricognizione in zone o situazioni pericolose.
Nonostante questa sembri un’ottima soluzione perché risolve il problema dell’impollinazione, in realtà si tratta di una scelta per estrema necessità, perché restano comunque alcuni rischi.
Prima di tutto il grande costo che comporterebbe sostituire api artificiali a tutte quelle naturali estinte.
In secondo luogo bisognerebbe considerare il fatto che possano destabilizzare gli altri insetti, non abituati a "compagni artificiali", spaventarli, e quindi compromettere il loro lavoro.
In risposta al declino delle popolazioni di api, una soluzione è stata pensata per poter effettuare l’impollinazione artificiale dei fiori e, nello stesso tempo, cercare di lottare contro il problema della moria degli insetti impollinatori.
I principali gruppi di persone che si stanno occupando di brevettare le api artificiali sono: da un lato i ricercatori del Politecnico di Varsavia, che hanno creato B-Droid, un gruppo di ricercatori in Giappone e negli Stati Uniti ricercatori che hanno realizzato RoboBee, citati sopra.

In conclusione, si può dire che questa invenzione, frutto di numerose ricerche, probabilmente riuscirà a risolvere il problema dell’impollinazione qualora sia necessario, ma dovremo far fronte alla scomparsa ancora più veloce delle api naturali e costi elevatissimi.

Commenti

  1. non riesco ad accedere ad alcuni post: mi manca l'autorizzazione

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    1. Adesso dovrebbe essere accessibile. Grazie per la pazienza.

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